IL CAPO

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mercoledì 28 aprile 2010

Strategia d'impresa

Chiudono 300 negozi al giorno

L'Ufficio Studi di Confcommercio su dati di Movimprese ha condotto un’indagine sulle imprese commerciali in Italia: nel 2009 sono nate 85.743 nuove imprese commerciali e ne sono cessate 114.016, per un saldo negativo di -28.273. Per quel che riguarda il commercio al dettaglio, il saldo è negativo per 16.188 unità, con 50.988 nuove aperture e 67.176 chiusure.

Ben 114.016 sono i negozi che hanno chiuso i battenti in Italia nel 2009, circa 310 ogni giorno. La crisi ha coinvolto soprattutto le realtà più piccole del commercio nazionale: in questo segmento le cessazioni sono state oltre 67 mila nel 2009 e gli imprenditori accusano l'eccessiva burocrazia e il troppo lento se non inesistente riposizionamento strategico dalla manifattura ai servizi.

La ricetta anticrisi secondo i rappresentanti della categoria passa attraverso un impegno preciso del Governo in favore del rilancio dei consumi e dunque dell’approvazione di incentivi fiscali, riforme amministrative e di una più convinta lotta alla contraffazione. Mariano Bella, responsabile Ufficio Studi di Confcommercio, invita a riflettere su queste cifre. Se da un lato la taglia esigua delle imprese costituisce la forza di questo Paese, "dall'altro questo e' anche un fattore di freno, soprattutto per quanto riguarda l'investimento in innovazione, ricerca e marketing per acquisire sostenibili posizioni competitive internazionali".

La situazione resta difficile e non solamente per la crisi economica dell'annus horribilis: se prendiamo in esame un arco temporale più ampio il saldo tra imprese nate e imprese chiuse resta comunque negativo. Ad essere penalizzati sono soprattutto i negozi al dettaglio, il cui saldo nel biennio 2008-2009 è negativo per 38.531 unità.

Citando alcuni dati di Seac Confcommercio su un campione di 100.000 piccole e medie imprese, Bella sottolinea che "tra il 2007 e il 2008 è raddoppiato il numero di imprese in perdita: se nel 2007 l'80% delle pmi italiane ha chiuso in utile, solo il 40% ha archiviato il 2008 in positivo".

E facendo una stima sull'anno appena concluso, continua l'esperto, "considerato che il Pil ha segnato un -1,3% nel 2008 e un -5% nel 2009, è comprensibile anche dal punto di vista statistico che ci sia una moria drammatica in termini di imprese".

Chaotics Consulting

Chaotics Consulting

Chaotics Consulting è una rivoluzionaria piattaforma globale di consulenza direzionale. Il Chaotics metodologia è unico in quanto il suo presupposto fondamentale è che le imprese e le organizzazioni operano attualmente in una "nuova normalità" di turbolenza costante e frequente, potenzialmente violente che minacciano gli eventi e cambiamenti.

A Chaotics, Comprendiamo che il nostro futuro economico avrà taglienti, brevi picchi e valli come un elettrocardiogramma, piuttosto che il flusso più morbido di un'onda sinusoidale. Se le aziende vogliono avere successo, hanno necessità di ripensare il modo in cui l'economia funziona.

Invece di pianificazione per la ripresa successiva, le aziende devono strutturarsi per sopravvivere e prosperare in costante turbolenza. la capacità di un'organizzazione di affrontare efficacemente in questo nuovo contesto in ultima analisi, determina la differenza tra successo e insuccesso nella nuova normalità.

Il Chaotics metodologia migliora significativamente la capacità di un'organizzazione di sopravvivere e avere successo nel mezzo degli ambienti più difficili.
Chaotics è globale

“Chaotics: Il Business di gestione e di marketing in The Age of Turbulence ", di John Caslione e Philip Kotler, è stato tradotto e pubblicato in oltre 50 paesi in tutto il mondo. E 'successo internazionale e l'accettazione da parte dei leader delle migliori business ha portato alla rapida crescita della Chaotics Consulting. La nostra esclusiva rete di partner abbraccia il mondo e offre soluzioni all'avanguardia per aiutare le aziende a prosperare in tempi turbolenti.

domenica 18 aprile 2010

Chi salverà Davide da Golia



I grandi gruppi e le micro-imprese


Notoriamente, P.m.i. sta per piccole e medie imprese; un pianeta che comprende strutture molto diverse tra loro.

Non pochi vorrebbero che in qualche modo nell’acronimo si leggesse anche la parola “micro”, a indicare una realtà estremamente diffusa in Italia e che non di rado sfugge a qualsiasi analisi socio-economica o è tenuta in poco conto: le micro-imprese cioè quelle attività ,professioni ed imprese familiari al di sotto dei 10 dipendenti; nella realtà, i dipendenti spesso non superano le 3-4 unità. Agli imprenditori di nuove ed esistenti micro-imprese è dedicato il progetto “Italyconsulting”, promosso da  Gabriele Ottaviani  socio professionista della associazione italiana school marketing e da un gruppo di professionisti specializzati in specifici settori dell' economia.

la proposta di formazione specifica per la micro-impresa e le ditte individuali che la “Italyconsulting” ha sviluppato per riempire il vuoto formativo di corsi e seminari, nei confronti di queste micro-aziende che però sono il tessuto portante dell'economia del paese  dando loro un riferimento per aggiornarsi sulle più attuali strategie di marketing applicabili alle micro-imprese.
la necessaria  capacità di valutazione di un idea o di un progetto, è oggi fondamentale ,visto le risorse sempre più limitate e i tempi veloci di fare qualcosa che  attraverso una strategia di    marketing ,  permetta di valutare tutti gl'aspetti positivi e negativi il piano finanziario il mercato di riferimento , programmando un percorso da applicare per ottenere la nascita e lo sviluppo d’impresa e di prodotto e ottenere delle performance aziendali d'eccellenza.
"Ogni giorno può essere difficile , anche più del precedente ,
ma il domani è una nuova occasione".

La condizione necessaria e sufficiente diventa allora la capacità di arrivare sul mercato,già con una strategia e di mantenere la promessa di valore, accettando la regola che ogni azienda, così come ogni team, va alla velocità del suo elemento più lento. Per questo motivo l’investimento, la scoperta e l’implementazione possono non bastare. Occorre che le imprese  capiscano il valore primario della formazione continua , soprattutto, per le piccole imprese che rischiano d'essere sopraffatte dalle grandi catene e gruppi. La capacità di portare l’innovazione al proprio interno  diventerà sempre più un elemento-chiave nella  gestione delle risorse e del loro impiego.

"La vera Università non ha un'ubicazione specifica. Non ha possedimenti, non paga stipendi e non riceve contributi materiali. La vera Università è una condizione mentale"

Robert Pirsig

www.italyconsulting.it
 


giovedì 15 aprile 2010

Dirigente di comunità / gruppi /scuole, ecc... .

Finalità :
Un dirigente di comunità è preparato per dare garanzie di professionalità, è in grado di dirigere, organizzare, coordinare e controllare svariate tipologie di aggregazione, tipo: asili, scuole, comunità, per giovani, R.s.a. anziani, villaggi turistici, comunità di recupero, mense aziendali, risorse umane aziendali, ecc... , cioè deve saper organizzare le istituzioni a carattere formativo , educativo, medico sociale assistenziale, riabilitativo, conoscendo la legislazione e le problematiche potenziali dei settori nelle diverse situazioni.
la nuova disciplina del dirigente è nata per la forte necessità di formare professionisti che sapessero in modo manageriale, affrontare e risolvere le svariate problematiche e trovare ed applicare nuove soluzioni in base alle necessità della comunità che dirige. La preparazione specifica del diploma da la garanzia e la capacità di aggregare e condurre gruppi di lavoro con specialità diverse e organizzare la totale gestione del contesto collaborando con tutte le figure interne ed esterne che per motivi di deversa tipologia ruotano e prestano il loro profilo professionale nell' azienda o comunità di riferimento.

martedì 13 aprile 2010

Dirigenti in rosa

Osservatorio Focus on Marketing in Movimento

Dirigenti in rosa
8/4/2010

Sono più giovani, più istruite e con un’anzianità aziendale inferiore a quella dei colleghi uomini: hanno meno di 45 anni. Sono le manager delle industrie italiane che sembrano aver seriamente iniziato a sfondare il famigerato 'tetto di cristallo'.

E' quanto emerge dall'indagine realizzata da Federmanager che, per dare un quadro completo dell'universo dell'alta dirigenza in Italia, ha messo a confronto per la prima volta il punto di vista delle due parti in gioco, cioè quasi 1000 tra donne e uomini, tutti dirigenti in aziende industriali di diversa dimensione, dislocate sull'intero territorio nazionale. Le dirigenti italiane qualche passo avanti lo hanno fatto in primis in termini di retribuzione: se le donne guadagnano ancora un 12% in meno dei colleghi, la parità è invece quasi raggiunta, e a volte superata, per quanto riguarda i benefit, in particolare polizze assicurative (70,2% contro il 65,3%), stock options (16,7% contro 13,2%) e borse di studio (3,6% contro 1,5%). "Da questo quadro emerge una situazione non ancora soddisfacente e ben distante dalle situazioni in essere in altri Paesi europei", sottolinea il presidente Federmanager, Giorgio Ambrogioni, "ma sta evolvendo positivamente, come emerge da un raffronto dei dati di questa indagine con analisi svolte in passato da Federmanager. Diminuisce, seppur troppo lentamente il gap retributivo tra uomini e donne ma, nel contempo, le donne cominciano a primeggiare in settori quali il marketing, la ricerca, la gestione delle risorse umane e nei servizi legali. Leggendo in controluce i dati di cui disponiamo - spiega Ambrogioni - emerge chiaramente come le donne manager siano molto più attente ai valori della selezione meritocratica, della responsabilità sociale e dell'etica: sono valori fondamentali per aiutare il Paese ad uscire da una crisi pesante che non e' solo economico sociale ma anche valoriale".
Se è vero che continua ad essere difficile conciliare lavoro e famiglia - tra le intervistate il
64,8% sono sposate e il 65,9% sono madri, mentre sono sposati l'86,1% degli uomini e hanno figli l'85,2% - le manager sono sempre più selettive, a cominciare dalla scelta del partner: dichiarano di avere un compagno laureato e con un incarico di imprenditore, dirigente o consulente rispettivamente nel 67,9% e nel 63,2% dei casi. Gli uomini, solo nel 51,6% e nel 13,7% dei casi confermano questi status per le loro compagne. Come risulta ormai evidente negli Stati Uniti, dove le donne indipendenti dal punto di vista economico si dimostrano molto più selettive proprio nella qualità economica, professionale e culturale del partner, anche le dirigenti italiane si confermano forti e sempre più autonome, anche dal punto di vista retributivo: quasi il 48% dichiara oggi di guadagnare più del proprio compagno. E all'interno dell'ambiente domestico? Secondo l'indagine di Federmanager l'evoluzione in questo caso stenta ancora ad emergere: solo il 45,9% delle intervistate, a dispetto del 77,9% degli intervistati, ritiene che la gestione familiare sia equamente condivisa con il partner, mentre il 27,6% di loro dichiara di occuparsi in tutto e per tutto della famiglia (situazione che per gli uomini e' vera solo nel 3% dei casi). A fronte di questo, alla domanda sulle principali difficoltà che le dirigenti donne possono trovare nell'esercizio del loro ruolo, la grande maggioranza del campione concorda sul fatto che "il peso degli oneri familiari fa capo soprattutto alla donna" (82,6% delle donne e 73,7% degli uomini). Non stupisce allora che delle donne l'11,2% siano single, il 5,2% separate, il 6,6% divorziate e il 10,8% abbia scelto la convivenza. Se a questo punto si passa ad approfondire le inamiche interne all'ambito aziendale, il rapporto tra dirigenti donna e dirigenti uomo e' ancora di 1 a 6, ma fra i quadri la proporzione cresce in favore delle donne, che arrivano a ricoprire la metà delle posizioni. Cosa frena la possibilità di carriera delle donne? Entrambi i sessi concordano sul fatto che i principali limiti siano la maternità, reale e potenziale, e le dimensioni dell'azienda: è tanto più difficile essere nominata dirigente nelle piccole realtà. Ci sono poi altre difficoltà fortemente sentite dalle donne, a cui i colleghi danno invece minor peso: sono convinte di dover "risultare molto più preparate e dedite al lavoro" per poter diventare dirigenti (86,6% di assenso femminile contro il 40,8% maschile); che dopo la nomina, per una donna sia molto più difficile andare oltre un certo livello (80% contro 37,7%); che le probabilità di subire mobbing per loro aumentino notevolmente (41,9% contro 9,4%).
Rossella Ivone


venerdì 26 marzo 2010

giovedì 25 marzo 2010

HAI UN IDEA ? VUOI AVVIARE UN' IMPRESA ?

CHIAMACI

Italy Consulting è uno staff di professionisti che offrono consulenza, tecnica, esperienza e strategie a tutti quelli che hanno una idea e la vogliono valutare per poi farla sviluppare e diventare un attività redditizia, o che voglia essere applicata per migliorare la propria azienda già esistente.

Il nostro lavoro si volge presso la nostra sede operativa ma anche presso la vostra locazione , incontro fondamontale per accuisire informazioni e valutazioni sul contesto interessato all'attività che si vuole sviluppare.

La valutazione di un idea o di un progetto, avviene , attraverso un METODO di analisi, che permetta di valutare tutti gl'aspetti positivi e negativi ilpiano finanziario il mercato di riferimento , programando un percorso da applicare per ottenere la nascita e lo sviluppo d’impresa e di prodotto e ottenere delle performance aziendali d'eccelenza.

Italy consulting prende in esame situazioni di attività e aziende già presenti sul mercato che, richiedono il supporto di specifici professionisti nelle varie necessità che un azienda può avere, come per la penetrazione in nuovi mercati, o nella formazione , settore immobiliare, economico contabile, di promozione e sviluppo oppure di carattere legale.

Ma anche semplici consigli , da chi non è coinvolto emotivamente.

Le varie figure professionali che collaborano con Italy Consulting, hanno il compito di apportare le competenze e le conoscenze necessarie alla creazione e all'attivazione delle varie fasi e, al contempo stesso azioni che l'attività affronta nel suo nascere e crescere, avendo sempre come obbiettivo il risultato indiscusso del servizio d’eccellenza.

Puoi scegliere di fare da solo con ansia, tensione , dubbi , facendoti domande e cercando da solo le risposte .

Oppure fare tutto attraverso dei professionisti , in serenità, valutando e trovando le risposte che cerchi , risparmiando tempo, questo sarà la prima buona scelta da imprenditore.